La meglio (e la peggio) tv vista da me nel 2024
Allora, di tv ne ho vista un po'. Qui ripercorro gli orrori ma anche le cose belle che hanno popolato le mie serate/nottate in questo 2024. Come sempre, in punta di fioretto.
Cosa c’è di più cliché dei bilanci di fine anno? Qualunque sito, dalle principali testate a ilmiochihuahua.it, sta stilando classifiche dei momenti televisivi più belli e più brutti di questo 2024. Insomma, la televisione me la sono subita nel bene e nel male circa ogni sera che Mefisto ha mandato in terra nei trascorsi 366 giorni. Altrove, leggerete che Stefano De Martino è bravissimo, che Amadeus ha rischiato col passaggio Rai-Discovery, che, incredibilmente, ‘La Talpa’ ha chiuso i battenti anzitempo. Robe che potrebbe dirvi pure vostra madre, abituata a prendere il treno delle nanne verso le 21.45, massimo le 22. Qui, invece, le mie conclusioni. Saranno ‘migliori’? Ne dubito. Però è il 31 dicembre, sto sotto mix antibiotico prepotente e allora casomai vi faccio (ri)scoprire piccole gemme e grandi pasticci catodici che magari avete (s)visto. Buonasera follettine e follettini, se stasera sono qui è perché… beh, lo scopriremo.
Arisa canta Mina da Virginia Raffaele, Che colpo di Luna! Voto 10
È il 18 gennaio, su per giù, nel prime time di Rai 1 va in onda ‘Colpo di Luna’, il primo one woman show condotto da Virginia Raffaele. Le quattro puntate hanno ottenuto ascolti così così, l’iper-talentuosa padrona di casa ha dimostrato di funzionare forse meglio come spalla che in qualità di padrona di casa. Machissenefrega. Ciò che mi preme ricordare è questa incredibile performance di Arisa che intona la canzone di Mina che dà il titolo al programma con una “canna” prepotentissima, all’interno di uno studio faraonico come ai bei vecchi tempi, un moderno ‘Techetechetè’. Il brano vanta uno dei testi più bizzarri della musica nostrana, con la sua protagonista che si trova, un brutto mattino, abbracciata a una pompa di benzina e la chiama ‘Arturo’ (“ma fin qui tutto a posto, vi assicuro!”) per ragioni che potrebbero somigliare a una colossale sbornia presa la notte prima. Chi meglio di Rosalba Pippa, tra voce e personaggio, per intonare una storia del genere, godetevi lo spettacolo, sia mai ve lo foste (s)visto. Al termine dell’esibizione, Arisa, come se non avesse appena fatto qualcosa di clamoroso, fa sapere che le si è rotto il vestito dietro la schiena e, quindi, per il resto del tempo si muove sciolta come un cyborg per non darlo a vedere. Sono in adorazione.
Il Sinner di Leonardo Fiaschi a Mad in Italy: voto 9
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”, cantava il Sommo. Ebbene, a febbraio mi sono dovuta subire l’intera edizione di ‘Mad in Italy’, Rai 2. Uno show sedicentemente comico con Gigi e Ross (per fortuna) alla conduzione. Co-timoniera, Elisabetta Gregoraci (che, tra le altre cose, ha amato le mie pagelle). In mezzo a ‘sto disastro, costola di ‘Made in Sud’ che già era orrendo di suo, una luce è riuscita pur tuttavia a splendere. Quella di Leonardo Fiaschi, uno e centomila. Nel programma (e non soltanto qui) è stato meravigliosamente Morgan, Cesare Cremonini e un sacco di altra gente, ma soprattutto ci ha regalato un mirabile Jannik Sinner al vetriolo. La versione del comunque bravo Giovanni Vernia al ‘GialappaShow’ a confronto pare lo scarabocchio di un bambino all’asilo. Questo per un motivo: Vernia sfotte Sinner per una sola cosa (la sua *leggera* tendenza a ficcarsi in ogni spot pubblicitario possibile). E lo rende ripetitivo, piatto. Fiaschi, invece, ce ne regala un ritratto completo: umilissimo, si fa una partitella con Sergio Mattarella (“e chi perde va a Sanremo”), ha la residenza a Monte Carlo ma conduce una vita modesta (“tipo Elisabetta Gregoraci. Quando vado da Bulgari, faccio la fila come tutti gli altri”). Del resto, a chi non è mai capitato di vincere almeno un’Olimpiade? Da notare, anche i vari tic nervosi che il comico affibbia al ragazzo d’oro del tennis. Uno (s)visto assolutamente da recuperare.
L’ultimo Sanremo di Amadeus travolto dal ballo del qua qua: voto 5
Febbraio. L’ultimo Sanremo di Amadeus è stato pirotecnico almeno quanto i quattro precedenti. Allo stesso tempo, non ho voglia di ricordarne i fasti (li sappiamo tutti) come Angelina che intona ‘La Rondine’ di Mango nella serata cover e, clamorosamente, il primo posto le viene usurpato da Geolier (sommerso dai fischi). L’impegno politico di Ghali e Dargen D’Amico che portano all’Ariston guerre e genocidio palestinese, i meme su Diodato ‘rapitore’ di Aldo Moro ecc ecc. Parliamo, invece, di cose serie: John Travolta torna a Sanremo e non gli capita una pedicure in diretta da parte di Victoria Cabello. No, ora gli si parano davanti Rosario Ciuri Fiorello e Amedeo Sebastiani che osano l’inosabile costringendolo a cimentarsi insieme a loro in un surreale ‘Ballo del Qua Qua’. Con paperotti antropomorfi fluorescenti a impreziosir la scena, ancheggiando giulivi. L’attore, impegolato poi in una storiaccia di pubblicità occulta causa logo scarpe esposto, non ha per niente voglia di fare questa cosa, li guarda per tutto il tempo come fossero due imbecilli. Picco di potenza del Festival, immagini che resteranno per sempre nella nostra memoria. Nonché nella sua, quella di Travolta, lo pensiamo tuttora in terapia junghiana. Menzione d’onore a Russell Crowe che, ospite della serata successiva o giù di lì, si dichiara “pazzo per i Ricchi e Poveri” e percula la spocchia del collega star internazionale. Tutto molto italiano. Pur adorando, bocciamo perché questa rimane una figura di merda epocale.
La tremenda (non) intervista di Chiara Ferragni da Fazio: voto 3
Marzo. Una intervista tanto attesa quanto deludente. Chiara Ferragni, in piena bufera pandoro-gate, alza le regal terga e si reca da Fabio Fazio, nell’oasi di pace priva di domande che prende il nome di ‘Che Tempo Che Fa’. L’Insalata Bionda ha gli occhi lacrimosi (e quando non), ma in pratica si limita a ripetere un comunicato stampa riguardo al proprio argomento preferito: se stessa. Senza che il conduttore intervenga per interrompere il rammaricato soliloquio. Ne ho scritto qui, qualora doveste esservi dimenticati ‘sta fetecchia. L’ennesimo errore di comunicazione di un anno non brillantissimo, a esser gentili, per la regina (?) di Instagram. Qualcosa che si sarebbe potuta evitare. Meglio i selfie al cesso.
LOL ha rotto il cazzo: voto 4
Aprile. La quarta edizione di ‘LOL - Chi ride è fuori’ sbarca su Prime Video e non importa a nessuno, manco ai coinvolti. Mirabile, in questo senso, Diego Abatantuono che se ne batte e passa tutto il (poco) tempo in gioco schifato dal circondario. Ho scritto che ‘sta roba è come quell’ex di cui non riusciamo proprio a liberarci e lo ribadisco. La piattaforma di Bezos non riesce a uscire da cotanta relazione tossica, infatti ha già pronta una nuova edizione. Peggiore del cast Aurora Leone (un Jackal bisogna sempre infilarlə da qualche parte, se no arriva scomunica papale). Migliore sicuramente Edoardo Ferrario (che farà benissimo anche al ‘GialappaShow’ col suo fuffaguru Maicol Pirozzi). Vince Panariello. Non importa a nessuno. Ma Lastrico contro Fedez resta eroico. Forse, l’unica roba davvero memorabile in una edizione meno peggio delle precedenti. Però che palle fare l’alleluja delle lampadine se qualcosa è un filo meglio che orrendo. Mi spiace, non ci sto.
Il Fabbricante di Lacrime, la commedia (involontaria) dell’anno: voto NC
Sempre aprile, ma stavolta si ride. Su Netflix sbarca ‘Il Fabbricante di Lacrime’, una fetecchia da far rimpiangere ‘The Lady’ di Lory Del Santo. Protagonista Biondo di qualche ‘Amici’ fa che, per l’occasione, si fa moro. E, purtroppo, ‘recita’ senza autotune. Tra lupi e falene, una storia d’amore insostenibile a tinte emo. Tratta dall’omonimo bestseller perché viva la merda, in ogni caso è stata un’esperienza collettiva: sui social non c’è cristiano che non abbia spernacchiato ‘sta roba. Io ne ho scritto qui, per foraggiare la mia forse preoccupante dipendenza da qualunque tipo di abisso. Chiediamo tutti perdono alla saga di ‘Twilight’. Avrebbe meritato almeno 15 Oscar.
Baby Reindeer, la serie capolavoro del 2024: voto 10 e lode
Ad aprile sono successe anche cose belle, anzi, bellissime. Per qualche motivo presentata come ‘commedia’, Baby Reindeer è un meraviglioso, ipnotico viaggio all’inferno. Netflix imbrocca la serie internazionale dell’anno e, sia mai, non la promuove manco per scherzo (il budget mensile se l’era bevuto tutto ‘Il Fabbricante di Lacrime’, boh). Scoperta (da me) quasi per caso il giorno dell’uscita, ne scrivo su X pensando che non se la sarebbe filata nessuno. Il passaparola social fa un favore all’umanità e tutti ci godiamo ‘sta serie strepitosa. Cosa ve la racconto a fare la trama, su. Piccola Renna è un cult, un capolavoro di scrittura e interpretazione che rimarrà immortale, almeno quanto ‘Fleabag’ (Prime Video). Sent from my iPhone.
Il caos Benigno paradigma di un’Isola dei Famosi che non ha visto nessuno: voto 3
Aprile inoltrato. Su Canale 5 annega l’Isola dei Famosi e nessuno se ne accorge. Non fosse per il caos messo in piedi da Francesco Benigno, squalificato dal reality per aver fatto qualcosa di molto molto grave tra i cocchi. Per settimane, una incolpevole Vladirmir Luxuria (che spero abbia licenziato il proprio sciagurato agente, chiunque esso sia, per averla piazzata al timone di ‘sto naufragio) dà notizia dell’esclusione del concorrente, mentre quello fa il diavolo a quattro su Instagram, fino a incatenarsi, dice, ai cancelli del resort hondueregno. Non vuole tornare a casa prima di avere l’opportunità di spiegare le proprie ragioni, grida al complotto, sostiene ci sia gente che lo spia, come fosse circondato da secondini Mediaset. Un delirio che non trova spazio in trasmissione, pure se a ‘sto punto vogliamo tutti sapere che cosa diavolo sia accaduto. Alla fine, il reality “cede” e mostra un video di Benigno che agita un bastone contro un altro naufrago (mo’ ricordarmi pure come si chiamasse questo, chiedete troppo). Si è visto di peggio? Sì. In ogni caso, il naufrago non si fa rimpiangere visto che, a occhio, starà ancora postando insulti omofobi contro Luxuria dai suoi giulivi social. Il silenzio su ‘sto pasticcio, comunque, è indicativo di quanto il Biscione non sappia più trattare questo tipo di programmi: se non mostri agli spettatori ciò che succede davvero, cosa lo fai a fare un ‘reality’? Per propinarci 85 video dei pargoli di Edoardo Stoppa che salutano papà perché gli vogliono tanto bene? Esatto, chissenefrega. E, ovviamente, lo stesso vale per il Grande Fratello: show, don’t tell! Pure, se non soprattutto, quando c’è del torbido, croccantissimo trash in ballo.
Mara Maionchi va a ‘Belve’ e litiga per la prima volta con Tiziano Ferro (è colpa mia): voto 9
È il primo maggio, sto sul divano incazzata come un puma. Mara Maionchi ha appena dato dell’ingrato a Tiziano Ferro chez ‘Belve’, la trovo una roba inaccettabile. La talent scout nei secoli ha lavorato con chiunque, da Lucio Battisti a Gianna Nannini. E va a colpire proprio TZN, al tempo tra l’altro in ballo col divorzio e in crisi creativa (manifestata più volte via Instagram). Scrivo di getto un pezzo su MOW, elencando i motivi per cui, secondo me, il cantautore di Latina potesse, a buon diritto, non essere gratissimo a Maionchi, nonostante fosse stata proprio lei, insieme al marito Alberto Salerno, a lanciarlo nel favoloso mondo delle sette note. Succede un casino. Tiziano Ferro riposta il mio articolo, aggiungendo “MIC DROP EPOCALE!”. I due non avevano mai litigato, non pubblicamente, in 20 anni. Ne parla chiunque, da ‘La Vita in Diretta’ al prestinaio sotto casa. Per settimane. Uno dei più grossi e incredibili scazzi mediatici del 2024. Sì, ne vado molto orgogliosa.
Minghi sbrocca perché l’Eurovision lo vince “uno con la gonna”: voto sticazzi
Ancora maggio. L’Eurovision 2024 lo vince la Svizzera grazie a tale Nemo, giovane cantautore che si magna il palco con un brano, una presenza scenica, una coreografia, una voce da spicciare casa a chiunque. Purtroppo, Amedeo Minghi nota che l’indiscutibile fenomeno sul palco porta “la gonna” e fa il diavolo a quattro su Instagram perché “la Rai non dovrebbe dare spazio a Sodoma e Gomorra”. Trottolino invidioso.
L’Estetista Cinica fa salire “il bisogno di ghigliottina” in tv: voto brioche
Giugno. L’Estetista Cinica tira fuori 80K per fare la festa aziendale alla Biblioteca Braidense di Brera. Un sacro luogo in cui chi vi si reca manco può respirare a momenti (per sfogliare i libri tocca mettere i guanti, vige il divieto assoluto di accedervi con del cibo, foss’anche ‘na schiscetta). I social si riempiono di reel di influencer, invitati al party, che gozzovigliano in loco, con buona pace del regolamento che attanaglia, invece, ogni altro cristiano. Ne scrivo su Mow, ne parla Dagospia, la storiaccia finisce in tv, parte la caciara. Per giorni non si blatera d’altro. Cristina Fogazzi, L’Estetista Cinica di cui sopra, decide quindi di apparire in quel de ‘L’Aria Che Tira’, La7, per spiegare la propria posizione di fronte a un assurdo parterre che comprende pure Cecchi Paone e Vittorio Sgarbi. Tutti, Parenzo compreso, la venerano come fossero Bernadette di fronte alla Beata Vergine. Già che c’è, il critico caproide definisce il festone in biblioteca ‘arte contemporanea’, mentre un eroico Giorgio Cremaschi partorisce la frase dell’anno: “Bisogna che i ricchi ricomincino ad avere paura. Ecco, di fronte a queste cose io sento il bisogno della ghigliottina”. In studio, lo fanno passare da imbecille rancoroso. Mentre è l’unico ad aver detto l’unica roba intelligente che c’era da dire. Grazie, Cremaschi. Non sei stato dimenticato. Se non altro, da me.
La docu-serie Netflix su Yara è una totale mancanza di rispetto: voto 0
Luglio. Deflagra su Netflix la docu-serie ‘Yara - Oltre Ogni Ragionevole Dubbio’. Che avrebbe fatto prima a chiamarsi ‘Bossetti Libero!111!11!!’. Per me scriverne male è un casino perché in passato ho collaborato con chi ha partorito ‘sta ciofeca (in particolare a ‘Sanpa - Luci e Tenebre di San Patrignano’, un gioiellino). Dicevo, per me scriverne male è un casino ma, ovvio, lo faccio comunque. E lo faccio qui. Tra le tante sciatterie, c’è una cosa che ancora non mi va giù: la messa in onda delle conversazioni private dei genitori di Yara. Ok, stavano negli atti del processo. Va bene, non era illegale infilarle nel racconto. La famiglia Gambirasio, però, si è sempre tenuta lontana dai riflettori, scegliendo di vivere questo enorme dolore per conto proprio. Qui sentiamo mamma piangere, su Netflix, alla mercé di centinaia di Paesi nel mondo. Una mancanza di rispetto che non può passare inosservata (e infatti la famiglia Gambirasio ha avuto da ridire eccome). Innocentista da far spavento, questa serie è un Massimo Bossetti one man show. A un certo punto, ti viene da pensare ‘Povero Cristo’. E questa è un’altra vigliaccata imperdonabile. C’è una sola vittima qui, si chiama Yara Gambirasio, aveva 13 anni ed è morta ammazzata d’inverno, in un campo della bergamasca. Fine.
Tutti pazzi per Gerardina Trovato, ma Gerardina Trovato non è un tormentone estivo: voto 2
Agosto. Tutti pazzi per Gerardina Trovato. Sarà stato il caldo, non so, ma la cantautrice anni Novanta ricompare aprendosi un profilo TikTok e la sua richiesta d’aiuto "Non abbandonatemi” diventa una sorta di tormentone estivo. Non si tratta di un fatto televisivo, ma quasi. Se ne parla ovunque, i social la pretendono al ‘Grande Fratello’, perfino al Festival di Sanremo. Io scrivo che, purtroppo, il mondo è ancora pieno di ‘Gechi e Vampiri’ e passo per stronza senza cuore. Pazienza. Nel giro di un mese, la cantautrice torna nel dimenticatoio. Esattamente come era successo quando andava ospite da Barbara d’Urso che le faceva fare di tutto (deliri contro la madre, confessioni biografiche miserrime, carnevalate trashissime). Tant’è che un paio di settimane fa, dicembre, Ruggeri invita Trovato nel programma che conduce su Rai 2, Gli occhi del Musicista. E non se ne accorge un’anima.
Temptation Island megl 'e Tolkien, l’unico romanzo che gli italiani hanno voglia di leggere: voto 8
Settembre. Assisto al raddoppio stagionale di ‘Temptation Island’ e, all’inizio, mi pare un’idea del cazzo. Dopo la prima puntata, scrivo che il reality per cervi si rompe le corna tornando in onda così presto, dopo l’edizione estiva appena conclusa. Mi sbaglio. Questa settembrina è stata una covata straordinaria che ha avuto come picchi di potenza l’arrapatissimo Alfred e soprattutto la mitologica Titty, colei che ha scagliato nel fuoco l’anello di fidanzamento che le aveva regalato, controvoglia, quell’ominide fedifrago che teneva per compagno. Le fiamme da arancioni diventano verdi, una roba che nemmeno Tolkien. Non è un mistero che la maggior parte delle coppie che partecipano al programma provengano dalla Campania. Il loro accento è così stretto da diventare incomprensibile fuori Aversa. Dunque, milioni di italiani riscoprono il piacere della lettura grazie ai preziosi sottotitoli di ‘Temptation Island’. Non sarà molto, magari. Però, è già qualcosa.
La leggendaria serie Sky sugli 883, i nostri Avenger della sfiga: voto 10 e lode
Non me la menate se voi nei primi Novanta c’eravate e gli 883 vi facevano cagare a spruzzo perché ascoltavate roba tosta. Toh, vi faccio un applauso, bravi. ‘Hanno Ucciso l’Uomo Ragno’, regia di Sydney Sibilia, regala la storia di un’amicizia straordinaria (chissenefrega, poi, di come sia andata a finire negli anni). Elia Nuzzolo (Max Pezzali) e Matteo Oscar Giuggioli (Mauro Repetto) sono due sfigatelli di Pavia che, con loro stessa enorme sorpresa, riescono a realizzare questo sogno di fare musica. Nel frattempo, sfangano pure la maturità. Dialoghi eccezionali, attori in stato di grazia, ho perso il conto dei rewatch già fatti finora. Va a finire che ‘sti due ti mancano, li vuoi rivedere, metti cuore in automatico ogni volta che sui social compare una scena della serie. Tanto sono tutte belle. Per una rara volta, ho visto questo gioiellino in anteprima e il giorno stesso dell’uscita l’ho sparata alta titolando ‘serie dell’anno’. Non ho avuto torto. Pezzali e Repetto, gli Avenger della sfiga. Dieci e lode a tutti quanti. E grazie, davvero grazie.
Qui non è Hollywood, ma Avetrana: Disney Plus rende giustizia a Sarah Scazzi: voto 10
Al momento dell’annuncio, ero una biscia. Poi arriva ottobre e la serie ‘Avetrana - Qui non è Hollywood’ (chiamiamola col suo nome, per cortesia) sbarca su Disney Plus e mi fa ricredere completamente. Regia di Pippo Mezzapesa, a scrivere che si tratta di una operazione di pessimo gusto rimane soltanto chi non ne ha visto nemmeno una puntata ma blatera per partito preso. Qualcuno tra questi, nella vita fa pure il sindaco, tu pensa. Quattro puntate, ognuna dal punto di vista di uno degli altrettanti protagonisti di questo terribile fatto di cronaca passato, per troppi anni, per puro folklore. ‘Avetrana - Qui non è Hollywood’ è un pugno nello stomaco, il pugno nello stomaco che meritavamo un po’ tutti dal momento in cui abbiamo preso a chiamare Michele Misseri ‘zio’. E a ridere sotto ai baffi per i suoi ‘Ho stato io’, come per i chili di troppo della figlia Sabrina. Questi tre, mamma Cosima Serrano compresa, non sono mai stati macchiette, ma gente che ha agito lucidamente, mentendo in primis alla famiglia e poi all’Italia intera nel tentativo di coprire l’orrendo delitto compiuto. Se non fosse una storia vera, sarebbe un thriller impossibile da inventare. Non c’è talk tv, approfondimento giornalistico e/o documentario (qui lo dico e non lo nego, non c’è riuscita neanche Franca Leosini) che abbia saputo rendere giustizia a Sarah Scazzi come questa serie. Senza morbose pruderie, un viaggio nella mente di tre persone orribili e di una ragazzina innocente di cui troppo spesso ci siamo, colpevolmente, dimenticati.
A ‘Splendida Cornice’ Geppi Cucciari canta con Mina: voto 10
‘Splendida Cornice’ è un programma frustrante. Ma solo se per lavoro ti tocca di doverlo pagellare: non c’è mai nulla da bocciare, stai su fino alle 4 a inventarti robe tipo ‘in Giappone non esistono le coccole voto 5’ (è vero, non c’è la parola nella lingua nipponica) oppure ‘Non si può fare l’amore nello spazio voto 5-’ (vero pure questo, gli astronauti devono astenersi per regolamento e forse pure per una questione di gravità. Non che sulla Terra vada meglio, spesse volte). In ogni caso, il giovedì sera Rai 3 ospita un gioiellino di varietà e cultura (mai noiosa) che il pubblico, Auditel alla mano, apprezza. Grazie al cielo. Al timone, l’altrettanto splendida Geppi Cucciari per cui mi sono già sperticata in complimenti fin troppo spesso e non voglio possa pensare che io sia una sorta di stalker, la fan numero uno di ‘Misery non deve morire’, che ne so. Quindi, stavolta mi taccio. Ma vi regalo, qualora ve lo foste (s)visti, il suo ‘duetto’ con Mina. È andato in onda a novembre, mentre Ballando con le Stelle entrava nel vivo delle polemiche e bla bla bla, le solite cose.
La Corrida a Natale incorona un eroe, il cowboy multi-attore Giuseppe Spinetti: voto 9
Dicembre. Giuseppe Spinetti, dipendente comunale toscano, forse aveva sempre sognato di essere un cowboy. E ‘La Corrida’ gli ha dato modo di diventarlo. Di più, il dilettante allo sbaraglio ha potuto, con la complice e a tratti molesta intrusione di Amadeus, interpretare più cowboy (e banditi) contemporaneamente portando in scena un one man show in salsa western che, la notte di Natale, gli è valso un prestigioso campanaccio d’oro finale. Non so nemmeno spiegarvi come mai, ma questa performance è stata una delle cose più divertenti e ipnotiche dell’anno. Forse perché, in buona sostanza, si mena da solo con estremo pathos? Può essere, ma fate voi, pescate una carta matta dal mazzo. Intanto, scelgo il cowboy Giuseppe come simbolo di questa 'Corrida’ su Nove che, nella sua prima edizione, è riuscita a portare in scena tutta quella sacra leggerezza che fin troppo spesso manca in tv. Grazie, Ama. Grazie, Giuseppe.
E poi c’è Gigi che fa Stefano De Martino al GialappaShow: voto 10 e lode
È nato un evergreen. Lo abbiamo visto e amato tutti (tranne, forse, l’originale). L’imitazione che Gigi di Gigi e Ross ha fatto di Stefano De Martino al ‘GialappaShow’ è il nirvana di ogni parodia. Ne scrivo entusiasta da mesi, non ne posso più, ne voglio ancora, non mi stancherà mai. Cioè si è pure temperato un capezzolo, se non è puro genio del male questo. Cosa sta in cima alla mia lista di buoni propositi per il 2025? Riuscire, finalmente, a bocciare Gigi e Ross. Sono determinatissima, tanti cari auguri!